Tecniche di estrazione: oleolito.
Oggi desidero parlarvi di una tecnica di estrazione, chiamata: oleolito. Di che si tratta?
Sicuramente conosciuti in tempi molto antichi, gli oleoliti, chiamati anche oli medicinali o tinture oleose, sono estratti di piante medicinali e aromatiche ottenuti per l’azione solvente di un opportuno olio grasso vegetale.
Per l’estrazione si consiglia di utilizzare un olio di ottima qualità, che non si alteri facilmente, per assicurare una buona conservatività dell’oleolito.
Uno degli oli migliori per questo scopo è l’olio di riso, che oltre ad avere una buona stabilità perché termo resistente, è risaputa la sua azione benefica sul nostro organismo.
Gli oleoliti vengono utilizzati in diversi ambiti: nella cosmetica come base grassa per la preparazione di creme; gli estratti oleosi contenenti in particolare piante aromatiche, i cosiddetti oli aromatici, sono largamente utilizzati in cucina per condire le pietanze; altro impiego è quello curativo principalmente per via esterna, applicati localmente o durante un massaggio.
Le erbe utilizzate possono essere sia fresche che secche, ma in genere si consiglia sempre di essiccare parzialmente le piante e i fiori che contengono molta acqua (Calendula, Rosa canina, Arnica, ecc..) per evitare problemi di mal conservazione e non omogeneità dell’estratto ottenuto a causa dell’eccesso di acqua.
Eccezione è fatta per i fiori di Iperico (Hypericum perforatum L.), poiché i principi attivi contenuti nel fiore si trovano all’interno di granuli presenti sulla superficie dei petali. La loro essiccazione comporterebbe la degradazione di queste molecole e quindi la perdita dell’azione della pianta.
Con il termine OLEOLITO si indica il risultato di una macerazione di una o più piante in un olio vegetale. Non tutte le piante hanno principi attivi liposolubili e non tutte le piante sono adatte all’estrazione in olio, quindi prima di iniziare qualsiasi lavorazione, dai un’occhiata all’elenco qui sotto.
Piante con principi attivi liposolubili |
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01 | Achillea millefolium, sommità fiorite, pianta fresca e/o secca |
02 | Lauro nobilis, foglie e/o bacche contuse pianta fresca e/o secca |
03 | Arnica montana, fiori, pianta fresca |
04 | Basilico (ocimum basilico), foglie, pianta fresca e/o secca |
05 | Calendula (calendula officinalis), capolini, pianta secca |
06 | Camomilla (Chamomilla recutita), capolini, pianta secca |
07 | Cappero (Capparis spinosa), corteccia e/o radice contusa, pianta fresca e/o secca |
08 | Carota (Daucus carota), radice fittone, pianta fresca |
09 | Edera (Hedera helix), foglie, pianta fresca e/o secca |
10 | Elicriso (Helicrysum italicum), fiori, preferibilmente pianta fresca, ma anche secca |
11 | Erba cappuccina (Tropaelum majus), foglie, pianta fresca e/o secca |
12 | Erica (calunna vulgaris), fiori, pianta fresca e/o secca |
13 | Eucalipto ( Eucalyptus globulus), foglie, piante, pianta fresca e/o secca |
14 | Eufrasia ( Euphrasia officinalis), parte aerea, pianta fresca e/o secca |
15 | Fieno greco (Trigonella foenum-graecum), semi |
16 | Geranio (Perlargonum spp.) foglie pianta fresca e/o secca |
17 | Giglio bianco ( Lilium candidum), petali, pianta fresca |
18 | Ginepro (Juniperus communis), bacche,Pianta fresca o leggermente essiccata |
19 | Iperico (Hypericum perforatum), sommità fiorite, pianta fresca |
20 | Issopo (Hyssopus officinalis), foglie, pianta fresca e/ o secca |
21 | Lavanda (Lavandula officinalis), fiori, pianta fresca e/o secca |
22 | Ligustro (Ligustrum vulgaris), fiori, pianta fresca |
23 | Luppolo (Humulus lupulus) coni, pianta fresca e/o secca |
24 | Maggiorana (Origanum majorana), foglie, pianta fresca e/o secca |
25 | Noce (Junglans regia), mallo, pianta fresca |
26 | Origano (Origanum vulgaris), foglie, pianta fresca e/o secca |
27 | Peperoncino (Capsicum annus), frutti, pianta secca |
28 | Pino (pinus spp), gemme, pianta fresca |
29 | Pioppo nero (Populus nigra), gemme, pianta fresca |
30 | Rosa (Rosa gallica) fiori, pianta fresca |
31 | Rosmarino (Rosmarinus officinalis), foglie e/o sommità fiorite, pianta fresca e/o secca |
32 | Salice (Salix alba), corteccia o canfora, pianta fresca |
33 | Salvia ( Salvia officinalis), foglie pianta fresca e/o secca |
34 | Santoreggia (Santureja hortensis), foglie, pianta fresca e /o secca |
35 | Serenella/Lillà (Syringa vulgaris) fiori, pianta fresca |
36 | Tiglio (Thymus vulgaris), foglie e/o sommità fiorite, pianta fresca e/o secca |
37 | Verbasco (Verbascum thapsus), foglie, pianta fresca e/o secca |
38 | Verbena (Verbena officinalis), parti aeree, pianta fresca e/o secca |
39 | Zenzero (Zingiber officinalis), rizoma, pianta secca |
In parole povere, gli OLEOLITI altro non sono, che dei macerati oleosi di piante fresche o essiccate poste in un contenitore di vetro, ricoperte d’olio e lasciate a macerare per un certo periodo di tempo. Gli oleoliti sono adoperati per uso esterno.
Una volta scelta la pianta, vediamo quale olio adoperare.
CHE OLIO SCEGLIERE?
La scelta è soggettiva. Potete usare qualsiasi tipo di olio. Ovviamente per scegliere quello adatto, cercate di capire l’uso che andrete a fare dell’oleolito.
- Olio di Mandorle dolci (Prunus Amygdalus dulcis) – olio leggero, ma nutriente e soprattutto economico, ideale per fare gli oleoliti, ma tende a irrancidire.
- Olio di Jojoba (Simmondsia chinensis ) – non è un vero e proprio olio, ma una cera. Molto resistente all’irrancidimento. Penetra molto più a fondo degli altri oli. Se il vostro oleolito avrà una funzione curativa, quest’olio è il vettore perfetto.
- Olio di Girasole (Helianthus annuus) – bene o male molto simile all’olio di mandorle dolci, ma leggermente più resistente all’ossidazione.
- Olio di Riso – grazie alla gamma Orizanolo, resiste di più all’ossidazione. Oltretutto, ha una certa quantità di tocoferolo, che lo preserva.
- Olio di Nocciolo è ideale per le pelli miste; ma anche per le pelli mature;
- Olio di Rosa Mosqueta è sicuramente l’olio più costoso per fare un oleolito. Ha una concentrazione elevata di acido linoleico, linolenico e oleico e vitamina C, oltre a piccole quantità di acido trans-retinoico, che insieme stimolano la rigenerazione dei tessuti. Ottimo se dovete fare un oleolito per le smagliature.
- Olio di Sesamo : ideale per le pelli grasse.
COME SI PREPARA UN OLEOLITO?
Pianta secca o fresca? Questo è un passaggio fondamentale, per la riuscita del vostro oleolito. Spesso e volentieri si usa una droga secca. Questo per ovviare al problema dell’acqua, che è naturalmente presente nelle piante fresche e tende a dare problemi di conservazione … ovvero lo fa irrancidire. Per determinati oleoliti però è necessaria la pianta fresca. Ad esempio Iperico, Melissa o Arnica. Secondo la tradizione galenica, la pianta in questione, che si tratti di foglie, fiori, radici, resine, va colta fresca nel suo periodo balsamico e cioè quando questa è nella fase del suo massimo sviluppo.
La preparazione di oleoliti è un’estrazione di principi attivi di natura grassa, per funzione topica-esterna. Il rapporto tra la pianta e l’olio è variabile a seconda delle erbe utilizzate e dell’uso finale, ma di solito si utilizza il rapporto 1:2, 1:5 o 1:10 e significa che per 1 g. di pianta secca si otterranno rispettivamente 2, 5 o 10 g. di oleolito.
Nell’autoproduzione casalinga non è necessario rispettare il rapporto esatto, l’importante è che la pianta venga sommersa completamente dall’olio utilizzato.
Prima di chiudere il recipiente, si consiglia di aggiungere sulla superficie dell’olio del sale marino grosso per aumentare la conservatività dell’estratto ed il potere estrattivo dell’olio.
Le piante in olio sono poi lasciate a macerare per un tempo variabile da 6-30 giorni, in base alla pianta utilizzata.
Vi consigliamo inizialmente un solvente a base di olio di riso, semplice da trovare in negozi di prodotti bio o erboristici. Vi consigliamo di scegliere sempre materie prime di qualità.
L’estrazione può avvenire sia con il metodo a freddo, cioè lontano da fonti di calore e di luce, come il sole diretto; o con il metodo a caldo, cioè con l’esposizione al calore (bagnomaria) o con l’esposizione al sole del prodotto da macerare.
Il metodo a freddo.
- polverizzare la droga
- mettere la droga a macerare
- nell’olio per un mese e anche più e poi filtrare
- pesare la soluzione ottenuta e
- verificare il quantitativo di solvente perduto quindi,
- prelevare il solvente mancante (versarlo nel recipiente dove è stato posto il residuo di droga e lasciare macerare per 15 minuti sempre mescolando.
- filtrare di nuovo
- pesare, verificare l’esattezza del peso e infine riempire il flacone
- munire il flacone di Etichetta con l’indicazione del tipo di estratto (droga) e la data
Il metodo a caldo.
- porre il recipiente con la droga e l’olio a bagnomaria per circa 2 ore non superando la temperatura di 45/50 gradi.
- lasciare macerare per 7 giorni
- dopo 7 giorni si filtra strizzando bene il composto
- pesare la soluzione ottenuta e verificare il quantitativo di solvente perduto quindi, prelevare il solvente mancante (sempre rispettando la gradazione alcolica di partenza), versarlo nel recipiente dove è stato posto il residuo di droga e lasciare macerare per 15 minuti sempre mescolando.
- filtrare di nuovo
- pesare, verificare l’esattezza del peso e disporre nel flacone
- munire il flacone di Etichetta con l’indicazione del tipo di estratto (droga) e la data
Preparare in casa l’oleolito dà grande soddisfazione: perché preparare questi unguenti ti proietta in un tempo molto lontano dal nostro e poi perché sei sicuro che è un prodotto veramente bio. L’oleolito infine, è un’ottima base per la preparazione di creme e saponi. Di questo però, ne parleremo la prossima volta.